Rapite nel mondo di Letizia

Ospitare Letizia Vicidomini in libreria è un privilegio che dovremmo concederci più spesso.

Una voce radiofonica, che probabilmente qualcuno ha già sentito su Kiss Kiss o Rtl, un'attrice di teatro (ultima fatica Arsenico e vecchi merletti) ed infine una scrittrice. Letizia non si risparmia e mette il suo grande cuore partenopeo in tutto quello che fa.

Il suo primo libro è datato 2010 e da allora non si è più fermata.

Due nomination al Garfagnana per romanzi gialli non sono 'bruscolini'. La conversazione spazia attraverso le sue storie, come sono nate, o piuttosto come le sono venute incontro. Perchè ha dichiarato che butta giù un'idea di trama, ma poi i personaggi e le loro vicende spesso hanno vita autonoma e si impongono persino sullo scrittore stesso. E' quasi una magia....

Il suo ultimo romanzo 'Lei era nessuno' può apparire una classi storia di corna: Ines è un'amante che rimane tale per anni, si prende il bello dell'amore (la passione, il sentimento) ma si evita tutti i piccoli grandi fastidi legati al rapporto stabile, come i litigi, le convivenze, le divisioni degli spazi. Sembra una scelta maschile, confessa Letizia, eppure....eppure Ines dovrà affrontare suo malgrado il crollo di tutte le certezze sul suo amante, di cui scopre di non conoscere neppure il vero nome. Siete già incuriosite? Ottimo, anche io, tanto che ho convinto l'intero gruppo di lettura della libreria a leggerlo in questo mese di dicembre!

E' stato creato, manco a dirlo, l'hashtag #iosonoines, che vi invito a cercare, perchè Ines è un personaggio in cui noi donne troviamo qualcosa di noi, chi più chi meno.

 

In conclusione di serata ci siamo scambiati nomi e ricette di dolci tipici emiliani e campani.

E ci siamo concesse un magnifico gelato dalla Gelateria In corso vicino alla libreria. Tutti i salmi finiscono in gloria e tutte le presentazioni finiscono con il 'taffio' (cercare la traduzione di taffio....)

 

Il ritorno in macchina in una magica bassa bolognese illuminata dalle luci notturne è stato l'ultimo piacevolissimo pezzo di questa lunga chiaccherata con Letizia, che conto di riavere presto a Cento, magari ospite di quello che per adesso è solo un sogno nella mia testolina, ovvero un festival del giallo tutto a Cento....

 

ps in verità la rivoglio ospite perchè è riuscita a farmi venire benissimo in foto, quindi è, come dire, necessaria alla mia autostima ;-)

 

Parlare con Luca Greco del suo libro è un viaggio.

Lo stesso viaggio che lui ha fatto in giro per il mondo per raccontare come ci siano tante persone che vivono separati da un muro dal loro vicino di casa.

Il muro di Belfast, che separa i panni stesi dai cattolici dalle finestre dei protestanti. I ricordi sanguinosi del passato contaminano anche la convivenza più o meno ordinaria dei nostri giorni.

Il muro di Hebron, città contesa da due religioni monoteiste, con posti di frontiera per attraversare un caseggiato. Lastre antiproiettile in luoghi in cui si dovrebbe solo pregare, e invece ci sono stati attentati.

Ma la storia più affascinante è senz'altro quella della popolazione del Sahara occidentale. Cacciati dalla loro terra che si affaccia sul mare, sono confinati nel deserto, dove non c'è nulla se non la loro tenacia e la loro identità.

Vecchi che tramandano oralmente la storia del loro popolo, che sperano ogni anno in un referendum per la restituzione di ciò che è loro. Giovani che magari partono per lavorare altrove, ma che ritornano a questo niente fatto di sabbia, perchè il richiamo dell'essere popolo è troppo forte.

E' davvero affascinante sentir raccontare di persone così tenaci, così ingiustamente provate dalla storia.  

Dalle nostre comode postazioni davanti al pc, ci sfugge spesso questa umanità raminga, segregata, che lotta per la propria identità.

Eppure è sufficiente una foto, potente come quella in copertina del libro, a spalancare una finestra su un mondo 'altro'. Luca sapientemente racconta l'origine di queste foto, di grandissimo impatto nella loro semplicità.

Da fotografa molto molto dilettante, non posso che rimanere affascinata dall'efficacia di questi scatti. E della vita che ci sta dietro.

Una vita avventurosa quella di Luca, che ha davvero moltissimo da raccontare di queste parti di mondo.

Invito a leggere il suo libro, ma soprattutto a capitare ad una delle sue presentazioni, davvero ne vale la pena!